Il pignoramento condiziona i test
La “Regal Princess” attende di partire per le prove in mare aperto. Domenica scorsa la nuova unità realizzata per Princess Cruises è uscita dal bacino, dove per alcune settimane è stata sottoposta al...

La “Regal Princess” attende di partire per le prove in mare aperto. Domenica scorsa la nuova unità realizzata per Princess Cruises è uscita dal bacino, dove per alcune settimane è stata sottoposta al carenaggio e ad altri alcuni interventi, fra cui il montaggio di un timone (tolto un anno fa per sostituire quello danneggato della “Royal Princess”).
La data in cui la gemella della “Royal” lascerà lo stabilimento di Panzano non è stata ancora fissata, anche se si parla della metà del mese. Del resto la consegna del nuovo colosso (141mila tonnellate, 3.600 passeggeri) è prevista a maggio, in Gran Bretagna, molto probabilmente con una cerimonia analoga a quella del giugno 2013 in cui la “Royal” venne “battezzata” dalla principessa Kate.
I tempi cominciano quindi ad essere stretti. E a complicare la definizione delle scadenze c’è il procedimento giudiziario in corso al Tribunale di Gorizia, relativo al ricorso che Princess Cruises ha depositato qualche tempo fa chiedendo, con un provvedimento d’urgenza, la cancellazione della trascrizione del pignoramento dal registro delle navi in costruzione, tenuto dalla Capitaneria di porto di Monfalcone.
Giovedì prossimo è fissata la seconda udienza di questa vicenza giudiziaria. La prima si è tenuta una settimana fa, ma ha avuto una breve durata. Il giudice l’ha infatti rinviata perchè il ricorso di Princess Cruises non era stato notificato a Fincantieri. L’unico dato saliente emerso in quell’udienza è stato l’intervento del gruppo cantieristico, rappresentato da un avvocato di Roma, il quale ha ribadito quanto già asserito dall’armatore, è cioè che la proprietà della nave è, sin dall’inizio della costruzione, di Princess Cruise. E quindi, in sostanza, secondo l’armatore non avrebbe potuto essere pignorata in quanto il pignoramento ha per oggetto un bene (la nave stessa) che i legali della controparte ritengono essere invece di Fincantieri.
In effetti la situazione è alquanto intricata. Al contratto di costruzione si applica infatti la legge inglese (lo prevede il contratto stesso), secondo la quale il concetto di proprietà di un bene è del tutto diverso da quello della legge italiana.
Giovedì, quindi, oltre ad esaminare le memorie che i legali delle parti avranno depositato in relazione alla prima udienza, il giudice del Tribunale di Gorizia, che nel frattempo ha avuto modo di approfondire i complessi aspetti della vicenda, potrebbe già prendere una qualche decisione, considerata appunto la richiesta di un provvedimento di urgenza, legato ai tempi stretti a disposizione e alla necessità di effettuare quanto prima le numerose prove contrattuali, che solitamente richiedono quasi una settimana visto che la nave si spinge fino a metà Adriatico.
(gi.pa.)
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