Scavi in viale Miramare a Trieste: archeologi “in notturna”
Ipotesi di analizzare tra mezzanotte e le 5 i resti ritrovati dell’ex Lazzaretto istituendo un senso alternato sull’unica corsia di marcia

Hanno chiesto di poter lavorare da mezzanotte alle 5 del mattino sullo scavo di viale Miramare dove sono stati scoperti, durante i lavori Acegas, i resti di una strada e di strutture relative al Lazzaretto di Santa Teresa entrato in funzione nel 1769 e di cui non s’era mai vista riemergere una pietra. Scavo, o “trincea”, che comunque per ragioni di struttura stradale e anche di traffico non potrà essere ulteriormente sondato.
L’altro giorno si sono incontrati tecnici del Comune, Acegas, la Soprintendenza con Paola Ventura e Pietro Riavez, archeologo della ArcheoTest srl di Trieste che con due colleghi lavora, in Italia e all’estero, proprio in questo campo: al servizio di enti pubblici e di privati che sondano per vari motivi terreni delicati. Qui è al servizio di Acegas, «ma scientificamente rispondiamo alla Soprintendenza» dice Riavez spiegando come in viale Miramare con una sola corsia aperta per due sensi di marcia «è diventato pericoloso restare a far studi sul campo».
Ma una cosa è stata appurata. La strada apparsa agli occhi dello studioso è stata riconosciuta come il tracciato che dal lato verso Miramare portava al Lazzaretto, mentre i lastroni di pietra sono quel che resta, dopo che tutto il costruito è stato “rasato” per costruire la ferrovia, di uno dei moli che chiudevano il bacino a mare del Lazzaretto stesso. «Di questo siamo sicuri - dice Riavez -, salvo che la cartografia del tempo non sia fallace». Il Lazzaretto vero e proprio, restato attivo per “decontaminare” navi e marinai fino al 1868, è invece “tombato” nell’area che va dal distributore Agip di viale Miramare a Largo Roiano.
Si vuol, capire se, sotto, ci sono altre strade ancora. «Bello sarebbe poter intervenire con dei georadar - prosegue l’archeologo che ha lavorato in Istria, in Francia, a Cividale oltre che a Trieste -, ma anche questo imporrebbe la chiusura totale al traffico di viale Miramare. Cosa improponibile».
Si farà dunque, a scopo di conoscenza e scienza, «il massimo del possibile». Perché la corsia oggi tagliata dallo scavo da un lato non è ampliabile per via di fognature, linee di elettricità e acqua che vi sono installate, e dall’altro nemmeno «perché zona ferroviaria, con limiti di rispetto imposti».
E così è venuta fuori l’ipotesi di lavorare di notte, «se il Comune, come pare, accetterà - conclude Riavez - sarà una tremenda fatica stare in strada da mezzanotte alle 5, ma ne vale la pena». In quel caso il traffico sarà messo a senso alternato, con semaforo, per i pochi viaggiatori di quelle ore.
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