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Gorizia, Piscopo lascia la presidenza della commissione Cultura

Decisione arrivata dopo la sospensione comminatagli dalle Fiamme gialle. Bianchini: ha atteso troppo, ma meglio tardi che mai

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Si è conclusa ieri ancor prima del previsto, quella che stava diventando una sorta di “telenovela” della politica goriziana. Il consigliere comunale del Popolo di Gorizia Francesco Piscopo ha rassegnato le dimissioni da presidente delle commissioni consiliari Cultura e Ambiente, chiudendo così il caso esploso nei mesi scorsi all'emergere della notizia della sua sospensione dal servizio come sottufficiale della Guardia di Finanza. Ieri pomeriggio, alle 16.30, avrebbe dovuto svolgersi la seduta della commissione Cultura convocata appositamente con un unico punto all'ordine del giorno: il caso Piscopo, appunto. La commissione è stata però cancellata in extremis, perchè all'ultimo è arrivata la notizia delle dimissioni. Le stesse chieste a gran voce dall'opposizione, da parte della maggioranza in Consiglio comunale e dallo stesso sindaco Romoli, che aveva invitato Piscopo a fare un passo indietro. Un passo, prima rifiutato e infine effettuato, seppur dopo lunga attesa. «Credo si tratti di un apprezzabile gesto di responsabilità politica – commenta con soddisfazione il primo cittadino chiudendo una volta per tutte la spinosa questione -, che ha posto fine a una controversia che ha occupato per molte settimane i consiglieri comunali, e ha distolto inutilmente l'attenzione da quelli che sono i reali problemi dell'amministrazione e della città». «Meglio tardi che mai – osserva il consigliere comunale di Sinistra ecologia e libertà Livio Bianchini -, anche se credo che Piscopo avrebbe potuto evitare di attendere tutto questo tempo, per il bene suo e non solo. Sarò sincero. Appena ho saputo del caso che era esploso, ho voluto parlare personalmente con il mio collega consigliere, e gli ho detto chiaro e tondo ciò che pensavo. Doveva dimettersi subito, per evitare di sollevare inutilmente un polverone di polemiche, e anche per evitare delle inutili sofferenze e dei dispiaceri alla sua famiglia e ai suoi cari. Invece Piscopo ha preferito fare di testa sua, portando avanti una vicenda poco piacevole, specie di questi tempi in cui il mondo della politica è sempre al centro delle critiche per i suoi comportamenti discutibili. Insomma, penso che con un po' di buon senso in più si sarebbe potuta evitare tutta questa storia». Più duro il commento di Giuseppe Cingolani, capogruppo del Pd. «Si conclude una vicenda nella quale c'è stata dall'inizio alla fine una totale mancanza di trasparenza, sia da parte di Piscopo che da parte del sindaco Romoli e di tutto il centrodestra – dice -. Prima per due mesi Piscopo non spiega chiaramente la sua posizione e non si vuole dimettere, minimizzando anzi il provvedimento subito sul posto di lavoro e non ascoltando le nostre richieste di chiarimento. Poi, un'ora prima di prendere parte alla commissione che noi avevamo chiesto per discutere il caso e votare, dà le dimissioni, all'improvviso. A questo punto sarebbe stato meglio che la commissione non venisse annullata, e che Piscopo spiegasse a chiare lettere come mai ha cambiato idea, per una questione di trasparenza e chiarezza».

Cingolani, tra l'altro, attacca anche il sindaco Romoli, colpevole a suo dire (almeno fino ad oggi) di non aver preso una posizione netta su un caso che ha messo in imbarazzo l'amministrazione. «In tutto questo va detto che Romoli non si è mai espresso pubblicamente sul caso, e dal centrodestra, a livello ufficiale, sono arrivate solo parole in difesa di Piscopo – dice il capogruppo del Pd -. Ma se fino a qualche giorno fa Piscopo minimizzava l'accaduto e non si voleva dimettere, cosa è successo all'improvviso per fargli cambiare idea? Ne chiederemo conto nel prossimo consiglio comunale, che mi auguro possa essere convocato presto».

Marco Bisiach

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