Rincari record sulla A4 Pedaggi cresciuti del 35% in quattro anni
Tariffe lievitate per effetto degli investimenti per la terza corsia. Da Trieste a Udine ticket passato da 2,90 a 3,90

di Marco Ballico
TRIESTE
Stavolta è andata meglio del solito, ma è una magra consolazione. Il +7,17% di aumento tariffario sulle tratte autostradali gestite da Autovie Venete è inferiore di 5,5 punti rispetto al 2013, ma fa comunque toccare al costo del ticket un incremento pari al 35% medio nel quadriennio. Il periodo preso in considerazione, 2011-2014, è non a caso quello in cui ha avuto effetto il Piano finanziario vigente della società autostradale, quello mirato all’obiettivo di realizzare la terza corsia.
Gli ultimi aumenti
Il cronoprogramma dell’opera è in ritardo di cinque anni, ma l’utente ha continuato a pagare. Lo ha fatto secondo la previsione del Piano nel 2011 (+13,58%), nel 2012 (+12,93%) e nel 2013 (+12,63%). Quest’anno ha potuto almeno contare sullo sconto, dato che il governo ha autorizzato un aumento inferiore alla richiesta di Autovie che era pari al 12,91%. A dire il vero, se confrontato con il resto della rete autostradale italiana, il +7,17% ha ben poco di buona notizia. Si tratta infatti di poco meno del doppio dei ritocchi medi nazionali (+3,9%) e del terzo incremento più pesante dopo il +8,28% della Strada dei Parchi (A24 e A25, che conducono da Roma all’Abruzzo) e il +8,01% di Autostrade Centropadane (la A21 nel tratto Piacenza-Brescia e diramazione per Fiorenzuola).
Il “price cap”
Il ministero Lupi e quello Saccomanni hanno spiegato di aver contenuto sotto il 4% una richiesta complessiva di aggiornamento tariffario del 4,74%. Il motivo? «La perdurante crisi economica». Fatto sta che le cifre rimangono molto alte, ben oltre il recupero dell’inflazione, per il meccanismo del “price cap” che consente alle concessionarie di far valere in aggiunta variabili legate alla qualità del servizio, alla pavimentazione, al tasso di incidentalità. E, soprattutto, agli investimenti. Quanto maggiori sono, tanto più è possibile utilizzare la leva del pedaggio, come sta facendo negli ultimi anni Autovie a fronte dei 2,3 miliardi di euro previsti per l’allargamento della A4.
L’arrotondamento
A volte ci si mette pure il meccanismo degli arrotondamenti. Il decreto interministeriale 1044/28/133 del 12 novembre 2001 contiene infatti una norma che prevede che fino ai 5 centesimi di aumento, i prezzi vanno arrotondati per difetto a zero, mentre oltre i 5 centesimi si deve andare per eccesso a 10. E così, in alcuni casi, l’incremento di fatto “scongela” i 5 centesimi della tariffa precedente che erano stati arrotondati per difetto.
Il riparto
Non tutto il ricavo da biglietto rimane in realtà nelle casse della società. Una parte, pari al 2,5% circa va all’Anas, l’Iva (22%) è dello Stato, un’ulteriore quota viene utilizzata a copertura degli investimenti e un’altra, non di poco conto, è destinata alle spese di manutenzione: dalla gestione degli impianti tecnologici agli interventi più vari (riasfaltature, sostituzione di barriere di protezione, azioni di prevenzione del ghiaccio o di ripulitura dalla neve, potatura delle siepi, sfalcio del verde, rifacimento della segnaletica orizzontale e verticale).
Il +35% nel quadriennio
Le giustificazioni certo non mancano. Fatto sta che l’utente non fa troppa fatica a fare i conti. E, se ha buona memoria (la tabella in alto può rinfrescarla), si rende conto di essere diventato una sorta di bancomat: la terza corsia la facciamo pagare a te. E mica poco, tra l’altro. Senza arrivare agli eccessi illustrati nei giorni scorsi (la tariffa triplicata tra Redipuglia e Villesse), che dipendono dal “pedaggio virtuale”, ovvero dal pagamento forfetizzato di un tratto autostradale, le “sorprese” del primo gennaio di ogni anno del Piano finanziario di Autovie sommano aumenti che toccano il 35% medio dal 2011 a oggi. Per fare qualche esempio, l’automobilista che percorreva la A4 da Trieste a Udine tre anni fa pagava 2,90 euro contro i 3,90 attuali (+34,5%). Lo stesso per tutte le altre tratte (dal +32,1% di Trieste-San Donà di Piave al +41,7% di Udine-Palmanova), con il picco sulla A28 (Godega-Conegliano +66,7%).
La minaccia di Treviso
Proprio nel trevigiano si è alzata in queste ore la protesta. La Provincia di Treviso ha una percentuale minimale di quote nel pacchetto azionario di Autovie (0,03%) ma ha minacciato l’uscita dalla società se non vi saranno iniziative anti-rincari. «Se la presidente Serracchiani non sa dove trovare i soldi, li chieda al governo. I cittadini trevigiani, contrariamente a quelli del Friuli, pagano anche i pedaggi della A28», ha aggiunto polemicamente il presidente leghista Leonardo Muraro.
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