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COSÌ LA FOTO ADESSO SI FA QUASI DA SOLA

Addio alle immagini senza fuoco e buie Il futuro sembra già tra noi, però...

3 minuti di lettura

di PIER VITTORIO BUFFA

Diaframma, tempo di scatto, sensibilità (della pellicola o del sensore), messa a fuoco. Sono i quattro parametri per scattare una fotografia. I pilastri alla base di uno scatto. I fondamentali dell’arte fotografica.

Anche se non facciamo nulla, anche se ci limitiamo a fare clic con il cellulare o con la compatta, la nostra macchina lavora per noi e stabilisce i parametri essenziali e cosa e come mettere a fuoco. E intorno a questo ruota, da sempre, il mondo della fotografia.

I fondamentali. Anche nel primo decennio del XXI secolo, quando tutto sembrava dover cambiare all’insegna dell’elettronica, i capisaldi della fotografia sono rimasti al loro posto.

Però ci sono gli smartphone che ci consentono di fotografare il piatto che stiamo mangiando e di mandarlo subito in giro per il mondo, mentre dobbiamo ancora assaggiarlo.

Però c’è Instagram, il grande social network fotografico che consente a chiunque, usando con criterio le migliaia di filtri disponibili, di sembrare un fotografo capace di effetti speciali.

Però ci sono le macchine fotografiche superintelligenti che riconoscono i volti, lo scatto migliore, che correggono i nostri errori o suggeriscono la giusta impostazione.

Però ci sono software potentissimi che arrivano là dove non può la fisica: raddrizzano le linee cadenti di palazzi fotografati con una compatta, fanno sparire pali della luce e automobili, con pochi tocchi ridanno giovinezza a volti maturi.

Modifiche facili. E alcune barriere cominciano a cadere anche laddove si pensava che nulla potesse essere toccato, qualche principio fondamentale, insomma, sembra diventare meno fondamentale.

Una fra le prime barriere che sta cedendo riguarda l’esposizione e si chiama “gamma dinamica”, la capacità cioè delle pellicole e dei sensori di leggere le luci e le ombre. Si misura con un numero che è il rapporto tra la luce più alta e l’ombra più profonda registrabile. Come dire: più alta è la gamma dinamica meno si avrà quell’effetto controluce (volto scuro, panorama quasi bruciato) che affligge, o affliggeva, le foto ricordo. L’occhio umano ha una gamma altissima, infatti vediamo bene sia quello che è sotto il sole sia quello che è in ombra. E a questo puntano le più moderne e automatiche fotocamere. Molte di esse, e anche i più avanzati cellulari, incorporano infatti l’Hdr, acronimo di High dynamic range, alta gamma dinamica. La macchina raccoglie informazioni in tutte le zone della scena inquadrata, luci e ombre, e poi le fonde in un’unica immagine, che ha una gamma dinamica elevatissima. È l’automazione “in camera” di un procedimento che finora si poteva effettuare solo con potenti software, tipo Photoshop o altri specializzati, che fondono più immagini scattate con diverse esposizioni o ricavate dallo stesso file raw, grezzo.

La sfida con la luce. Sembra quasi una vittoria sulla luce: l’Hdr, insieme con le sensibilità elevatissime raggiunte dai sensori più moderni, consente già adesso di fotografare una stanza illuminata da una candela o gli occhi di una persona che ha il sole alle spalle. E rende meno essenziale essere precisi nell'individuare, al momento dello scatto, il giusto rapporto tempo/diaframma/sensibilità

Niente più foto sfuocate. Anche un altro fondamentale, la messa fuoco, è “sotto attacco”. È già realtà una fotocamera, che malgrado le sue straordinarie capacità, non ha ancora trovato il suo spazio di mercato. Si chiama Lytro, è piccola, semplice, maneggevole e fa una magia: consente di pensare alla messa a fuoco dopo lo scatto. La macchina è stata definita una Light field camera perché si basa sui campi di luce, Light field appunto. In poche parole la Lytro cattura i campi di luce, dieci-undici milioni di raggi che descrivono tutto quello che c’è nell’inquadratura: i colori, le intensità e le direzioni della luce. E consente poi, con un semplice clic, di scegliere che aspetto dare all’immagine finale: se mettere a fuoco il volto del soggetto oppure lo sfondo, il fiore o l’ape, il monumento o l'albero che gli fa da quinta.

Il futuro. Accanto alla Lytro prendono forma, mese dopo mese, progetti che ci fanno immaginare la fotografia prossima ventura. Instagram e Polaroid stanno mettendo a punto una social fotocamera che darà concretezza a quello che sinora è stato un software. Sempre connessa e capace di sfornare anche le stampe delle foto scattate e mandate in rete.

Altri, Pentax è in prima fila, stanno pensando a un futuro che torna al passato. Alle prime fotocamere punta e scatta. Una macchina fotografica evoluta e semplicissima capace, con un solo bottone, di farci fare le poche operazioni necessarie per catturare l'attimo.

Ecco. Il futuro della fotografia sarà sempre più leggero, veloce, sociale, tecnicamente perfetto. Ma la questione è sempre la stessa. Come aggirare i quattro fondamentali senza i quali una foto, per il momento, e nel futuro visibile, non esiste: diaframma, tempo di scatto, sensibilità, messa a fuoco.

@PierVittBuffa

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