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Sterno spezzato per rianimarlo: 6 indagati per omicidio colposo

Avvisi del pubblico ministero Montrone per due dipendenti del Centro di salute mentale di Barcola, per tre infermieri e il medico del “118”

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Il malore fatale è sopravvenuto mentre lo stavano accompagnando in auto dalla sua casa di San Pelagio al Centro di salute mentale di Barcola. Chi era con David Rebula ha cercato di rianimarlo. Ma qualcuno ha premuto troppo energicamente sul torace e lo sterno si è piegato all’interno.

Il pm Pietro Montrone ha così aperto un fascicolo su quello che potrebbe essere stato un intervento tecnicamente sbagliato o troppo energico. La vittima aveva 52 anni. Per la sua morte sei avvisi di garanzia per omicidio colposo sono stati notificati ieri mattina dai carabinieri di Aurisina.

Sotto la lente del pm Montrone sono finiti i due addetti del Csm, i due infermieri del 118, l’autista dell’ambulanza e infine anche il medico rianimatore. Non pubblichiamo le generalità degli indagati per evitare inutili e dannose criminalizzazioni. Si tratta - è bene chiarirlo - di atti dovuti in quanto il pm disporrà nei prossimi giorni l’autopsia sul cadavere dell’uomo morto appunto in circostanze al momento tutte da definire. L’avviso servirà in sostanza per dare agli indagati la possibilità di nominare dei propri consulenti in occasione degli accertamenti sul tavolo del medico legale.

La vicenda è iniziata nella tarda serata di lunedì 4 novembre quando gli infermieri del Csm di Barcola hanno scoperto che il paziente David Rebula, che avrebbe dovuto essere nella struttura sanitaria, in realtà non c’era. In breve hanno scoperto che l’uomo - di corporatura mingherlina - era andato a casa sua a San Pelagio senza avvisare nessuno. Così utilizzando un’auto dell’Azienda sanitaria i due dipendenti sono andati a riprendere il paziente per poi somministrargli la terapia ordinata dal medico. Insomma un piccolo e banale incidente che non avrebbe dovuto portare ad alcuna conseguenza. Ma i problemi sono sorti al ritorno della vettura dell’Ass al Csm di Barcola. Lungo la strada all’improvviso l’assistito recuperato si è sentito male. Probabilmente un infarto.

Da quanto si è appreso, i due infermieri avrebbero tentato di rianimarlo praticandogli il massaggio cardiaco. Ma - a quanto pare - senza risultati apprezzabili. Nel frattempo è giunta l’ambulanza del 118 che era stata chiamata dagli stessi infermieri del Csm. Dopo poco è arrivata anche l’auto medica con il rianimatore. Ma non c’è stato nulla da fare.

Le sei persone coinvolte nella tragica vicenda sono state interrogate dai carabinieri ma le versioni su quanto accaduto non coinciderebbero. In sostanza gli addetti dell’Ass attribuiscono la rottura dello sterno di David Rebula (dimostrazione oggettiva della manovra sbagliata) agli infermieri e al rianimatore del 118. Mentre questi ultimi al contrario danno la colpa a quelli che erano intervenuti per primi. Da qui - per il pm Montrone - la necessità di fare chiarezza con l’autopsia e altri accertamenti. Chi ha sbagliato la manovra di rianimazione? Arrivati a questo punto lo stabiliranno le perizie.

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