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«Hanno modificato l’esodo di Cristicchi»

Già polemica sullo spettacolo di apertura (il 22 ottobre) del Rossetti. Paris Lippi: «Imposti testi in sloveno, schiaffo agli esuli»

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LAURA TONERO. Lo spettacolo che porta per la prima volta su un palcoscenico il dramma dell’Esodo rischia di innescare una polemica infinita e di diventare un caso politico nazionale. Il 22 ottobre prossimo, ad inaugurare la nuova stagione sul palcoscenico del teatro Stabile Rossetti sarà Simone Cristicchi con il suo “Magazzino 18”.

L’artista non ha caso ha scelto Trieste per la prima assoluta di una rappresentazione che poi farà il giro dei più importanti teatri italiani. Ma il testo originale è stato modificato, suggerendo all’artista alcune “aggiunte”. A denunciare il fatto è Gilberto Paris Lippi, ex presidente dello Stabile del Friuli Venezia Giulia (ora vicepresidente), che mesi fa ha potuto leggere il testo dello spettacolo quando Cristicchi e il suo entourage presentarono per la prima volta il progetto al Rossetti. «Un mese fa mi è giunta voce che lo spettacolo avrebbe subito alcuni cambiamenti – spiega – così mi sono interessato alla vicenda venendo purtroppo a conoscenza che agli autori è stato suggerito di aggiungere la lettura di una citazione di Boris Pahor che parla del Balkan e la lettura di una poesia recitata da una bambina in sloveno con i sottotitoli in italiano».

«Ma non è finita qui - continua Lippi – sembra che questa versione verrebbe messa in scena solo a Trieste e non sui palcoscenici degli altri teatri d’Italia che ospiteranno lo spettacolo. Uno scandalo».

E il presidente del Rossetti, Milos Budin, cosa dice? Non smentisce ma specifica: «Non capisco perché si faccia riferimento ad un testo originale visto che l’originale è quello che andrà per la prima volta in scena martedì prossimo», osserva. «Qualsiasi rappresentazione teatrale dalla sua stesura alla messa in scena è in work in progress, in divenire – specifica – io comunque non ho ancora visto lo spettacolo e non sono né il regista né il direttore artistico».

Ma cosa pensa Budin di quelle modifiche? «Mi sono solo accertato che lo spettacolo sia in linea con le condizioni di unità raggiunte dalla nostra società – dichiara – e che non metta a repentaglio la capacità dimostrata da Trieste di superare certe divergenze e lacerazioni. Anzi, - aggiunge – auspico che questo spettacolo contribuisca a questo percorso e consiglio a chi vuole giudicare di venire prima a vedere lo spettacolo. Invito tutti a voler bene a questa città - conclude il presidente dello Stabile – e di lavorare affinché Trieste vada avanti godendo di buona considerazione dal mondo circostante vicino e lontano».

Ma Lippi, che ha ricoperto anche l’incarico di ultimo presidente provinciale di Alleanza Nazionale, non digerisce la vicenda e alza ulteriormente i toni. «Questo è uno schiaffo per Trieste, per gli esuli soprattutto, – tuona – la sinistra chiede libertà di parola e di pensiero ma guai a toccare i suoi nervi scoperti. Cosa c’entrano il Balkan e quella lettura in sloveno?», si chiede. «Non c’è stato il coraggio di lasciare in pace quel testo, - aggiunge – non si è voluto evitare di prendere ancora a bastonate la dignità e il dolore di chi schiaffi ne ha già presi per tutta la vita». Il caso politico è servito, di certo “Magazzino 18” adesso non passerà inosservato.

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