“La voce della Luna” oggi Degrado e futuro incerto
Per il locale sulla riviera barcolana, devastato da un incendio doloso nel 2008 e da una mareggiata nel 2010, il Comune ha chiesto al gestore di intervenire

Accatastati uno sopra l’altro, in maniera disordinata: erano i tavoli e le panche su cui si sistemavano i clienti, quando il locale era attivo. Ora sono assi di legno ammassati ai lati dell’edificio centrale, sul lungomare barcolano. Il numero civico è ancora lì affisso: viale Miramare 72. Poco distante una rete metallica, di quelle tipiche di un cantiere. E a uno dei due angoli che delimitano l’area un cartello di divieto d’accesso, incastrato con una transenna. Davanti, sul mare, il suggestivo porticciolo in legno. Vuoto. Perché oggi “La voce della Luna” è questo. Un esercizio che purtroppo non sta lavorando. Chiuso da tempo, vittima di eventi sfortunati a catena: nel 2008 distrutto da un incendio doloso, poi travolto dalla mareggiata del 2010 dopo che il suo gestore, Marcello Di Finizio, l’aveva faticosamente ricostruito su palafitte.
Ora, con il periodo estivo ancora lontano oltre tre mesi, chi passeggia a Barcola si chiede: che ne sarà di quell’area demaniale? Di quel locale? La questione è all’attenzione del Comune, che ha in carico la gestione della concessione - per quanto concerne la riscossione del canone - per conto della Regione. «Il 19 febbraio scorso - riassume l’assessore comunale ai Lavori pubblici e al Patrimonio, Andrea Dapretto - abbiamo inviato una raccomandata a Di Finizio chiedendo un’altra volta la messa in sicurezza dell’area e un progetto di ripristino per la stessa. Oltre al rientro dai canoni dovuti, essendoci una situazione di morosità». Dapretto aveva incontrato Di Finizio dopo la sua clamorosa protesta con la salita sull’Ursus del marzo 2012, motivata - proprio come le due successive sulla copertura della Basilica di San Pietro a Roma - dall’intenzione del governo di applicare la direttiva europea Bolkenstein e, così facendo, di mettere all’asta le concessioni in riva al mare, quella di Di Finizio inclusa, entro il 2015. Termine che l’esecutivo ha poi prorogato al 2020.
«Nel caso di inadempienze alle richieste, una delle ipotesi è anche la revoca della concessione - aggiunge Dapretto -. Ma attendiamo di capire, poi prenderemo una decisione. La speranza è comunque sempre che le persone riescano a uscire dalle difficoltà. La volontà è di trovare una soluzione per rimettere in moto l’area. Questa situazione non potrà andare avanti: invito Di Finizio a contattarci».
Il gestore de “La voce della Luna”, per ripartire, ha più volte sottolineato di avere la necessità di ottenere un sostegno dalle banche. Ma è proprio la grande ombra della messa all’asta delle concessioni che continua a essere troppo ingombrante: «Cinque anni in più non cambiano nulla, gli istituti bancari così non concedono finanziamenti - spiega Marcello Di Finizio -. Decreto sviluppo (che ha disposto la proroga al 2020, ndr) di chi? L’economia è paralizzata: la colpa è del governo nazionale e anche di Tondo, che in Regione avrebbe voluto attivare i bandi di gara addirittura nel 2013 e che mai ha accettato di incontrarmi. Il disegno in Italia è di massacrare le piccole e medie imprese, per fare spazio alle multinazionali». Al Comune, Di Finizio risponderà: «Mi chiedono di avviare i lavori per sistemare tutto entro fine maggio. Parlerò con loro, come già fatto. L’unica possibilità per “La voce della Luna” è di trovare qualche socio, dei partner o un compratore, che devono essere imprenditori veri. È stata falciata non un’impresa - conclude Di Finizio - ma qualcosa di più, facevamo cultura».
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