Abbattuti 4 alberi secolari protesta in via Vecellio
I residenti delle case Ater, una trentina di famiglie, ritengono che il taglio non fosse necessario. Avevano chiesto solo un intervento di potatura

Una protesta a scoppio ritardato quella per il taglio di quattro alberi secolari (un tiglio e tre castagni selvatici) nel giardino delle case Ater di via Tiziano Vecellio a Monfalcone, dove abita una trentina di famiglie. Protesta in ritardo soltanto perché i residenti sono stati presi alla sprovvista. Infatti avevano chiesto all’istituto di effettuare solo alcune semplici potature delle alberature e di valutare la possibilità di tagliare un solo albero che sembrava malato. Le piante, invece, sono state segate alla base, per i residenti, senza alcun motivo. «Avrei voluto legarmi a un albero per impedirne l’abbattimento - spiega il signor Luca, uno dei condomini – e cercare di spiegare alla ditta che nessuno aveva chiesto di eliminare le piante. L’Ater, anche se è proprietaria delle case e del terreno, non aveva il diritto di fare questa strage. Chiediamo l’intervento delle autorità e degli ambientalisti per sapere la verità su questo scempio». «Alle mie telefonate gli uffici Ater – continua l’uomo – gli impiegati si passavano la patata bollente e qualcuno ha risposto che erano stati incaricati i vigili del fuoco di Gorizia di fare una perizia sulla stabilità delle piante. Come risultato è successo l’irreparabile: un taglio indiscriminato».
Gli alberi sono andati tutti giù uno dopo l’altro e inoltre l’Ater fino a oggi non ha previsto alcuna sostituzione con altre essenze arboree, in quanto sembra che il sottosuolo non sia adatto a “ospitare” le radici.
Le piante si trovavano tre in prossimità dell’ingresso principale e uno all’interno del giardino. Secondo la maggior parte delle famiglie, il lavoro sarebbe stato effettuato con superficialità senza tener conto che le piante quasi secolari, potevano rimanere in piedi, dopo essere state sottoposte a un intervento di potatura.
«Avevamo domandato solo di mettere a posto alcuni rami perché erano troppo lunghi – ribadisce colma di rabbia la signora Adriana – e invece si è presentata la ditta che, autorizzazione alla mano da parte dell’Ater, ha avuto l’incarico di tagliare tutto. Ora è uno schifo, un giardino che ha cambiato volto mentre specie durante l’estate la zona era protetta dalla calura estiva. Adesso ci troviamo come in un deserto. Quello che era un piccolo giardino ora a un parcheggio per auto». «Ho chiesto a un esperto botanico dopo il disastri di controllare il tronco – afferma la signora Paola – e mi ha detto che quella degli ippocastani è una malattia che provoca solamente le cadute delle foglie con anticipo. Guardando la base del tronco le piante potevano vivere almeno altri 50 anni. Che disastro hanno combinato. In estate aprendo la finestra c’era un cinguettio di uccelli che metteva allegria. Ora hanno dovuto sloggiare anche loro».
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