Muggia, nessun risparmio dall’illuminazione a led
Il Comune di Muggia scopre di avere un contratto forfettario risalente al 1970 Nesladek: «Colpa delle amministrazioni passate». Gretti (Pdl): «Sono ridicoli»

MUGGIA. Il risparmio energetico sull'illuminazione pubblica di Muggia? Per ora non si vede. Battuta d'arresto per l'amministrazione comunale sul tanto atteso “effetto led”. Nell'ultima riunione del consiglio comunale è passata, con i voti degli esponenti maggioranza, una variazione di bilancio urgente che conteneva uno stanziamento di ulteriori 55mila 700 euro per il pagamento dei conguagli per la fornitura dell’energia elettrica per l’illuminazione pubblica, per l’energia delle palestre e dell’utenza cimiteriale. Conseguenze riferibili all'aumento del costo dei prodotti petroliferi. Fin qui, tutto normale. Ma il denaro investito dall’amministrazione per sostituire i vecchi lampioni stradali con le nuove lampade led a basso consumo, azione eseguita in una chiara ottica di riduzioni di costi e consumi rivolta ad un utilizzo di energie pulite e rinnovabili, non ha – almeno per ora - prodotto alcun risultato in quanto l’attuale convenzione “forfettaria” non permette di risparmiare soldi con un minor consumo. Insomma: si è investito tanto, per nulla. «Sarebbe bastato controllare, attraverso un attenta visione dell’insieme e con una “collaborazione” tra l’aspetto amministrativo e quello tecnico, con assoluta mancanza della regia politica, se le migliorie apportate avrebbero potuto portare a reali risparmi», spiega il consigliere comunale del Pdl Christian Gretti. «In realtà abbiamo speso, negli ultimi tre anni, soldi che potremmo ammortizzare appena dopo la stipula della prossima convenzione o del cambiamento di quella esistente».
Sulla vicenda in aula il sindaco Nesladek ha evidenziato come vi sia stata poca lungimiranza da parte degli amministratori di otto, nove anni che avrebbero dovuto pensare alle nuove tecnologie in essere, tra cui il led. Sulla vicenda il Comune ha poi evidenziato come l'analisi sia in realtà molto più complessa e meno negativa di quanto appare. «La fase sperimentale dei led è terminata con risultati positivi – spiega l'amministrazione da piazza Marconi – fare dei paragoni con il passato è errato sia per l'aumento dei costi, con un rincaro del 15-10% dell'energia elettrica, sia perché i punti luce sono decisamente aumentati negli ultimi anni». La rivoluzione dei led, iniziata circa tre anni fa, ha prodotto la realizzazione di 1169 punti luce, sui 2729 complessivi esistenti: il 43% circa dunque è fondato sul risparmio energetico. Il problema, quindi, è legato al contratto: «Il forfait è stato stipulato nel 1970 – prosegue il Comune – un contratto che all'epoca e per molti anni era vantaggioso, ma che ora dev'essere sostituito».
Ma chi avrebbe dovuto cambiare il contratto vigente? «Gli amministratori di centrodestra sono stati poco lungimiranti», la posizione ferrea del Comune. Secca la replica di Gretti: «Il centrosinistra, che governa Muggia da sei anni, decide di mettere i led, e invece che accorgersi che la convenzione dev'essere modificata, accusa chi stava al governo dieci anni prima? Così si cade proprio nel ridicolo».
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