Il Comune respinge l’aut aut di Zamparini e si affida a un legale
L’amministrazione rigetta la perentoria richiesta inviata ai consiglieri di approvare entro trenta giorni il progetto

Il Comune ha deciso di contestare e resistere all’atto stragiudiziale di diffida della Monte Mare Grado srl e dell’Immobiliare Monte Mare Spa relativo ai ritardi, secondo i privati, della stessa amministrazione comunale. Con una lunga delibera che ripercorre tutta la storia dell’area interessata all’insediamento del gruppo Zamparini, la giunta comunale ha deciso di dare mandato al sindaco di resistere e di far valere le ragioni dell’Ente contro l’atto di diffida ricevuto. Per questo ha stabilito di farsi assistere dall’avvocato Federico Rosati di Trieste, specializzato in diritto amministrativo «che svolgerà un’attività pregiudiziale e un’assistenza tecnico legale alla diffida per evitare potenziali ricorsi e controricorsi della parte privata, dai quali conseguirebbe un ingente onere economico per il Comune derivante sia dalla spese legali del ricorso che dagli oneri per il mancato adempimento della convenzione». La spesa prevista oggi per la parcella è di 8 mila e 800 euro. Dato che la diffida del gruppo Zamparini è giunta a tutti i consiglieri comunali, la delibera giuntale è stata trasmessa anche a tutti i capogruppo del Consiglio comunale. Al di là della cronistoria di quanto accaduto dal 1996 a oggi, la motivazione per la quale è stato deciso di resistere alla diffida del gruppo Zamparini, come spiega il sindaco Edoardo Maricchio, è il termine perentorio di 30 giorni dalla stessa diffida (la prima è datata 24 febbraio, la seconda inviata anche a tutti i consiglieri di minoranza, il primo di marzo) per l’adozione da parte dell’Aula della proposta di pianificazione attuativa. Con la diffida la parte privata, come è spiegato sempre nella delibera giunta, «evidenzia la particolare gravità del pregiudizio accusato, e ribadisce che darà corso ad azioni giurisdizionali nonché intraprenderà azioni per il risarcimento del danno subito e subendo nei confronti dell’amministrazione comunale e dei singoli soggetti agenti – comunque responsabili dei diversi ruoli ricoperti all’interno della struttura dell’ente locale».
Tutto nasce, dunque, dall’accordo di pianificazione stipulato fra Comune e il gruppo Zamparini che prevedeva che nell’arco di 30 giorni l’atto venisse adottato dal Consiglio comunale, cosa che a distanza di oltre un anno non è invece ancora avvenuta. Ricorda a tal proposito la giunta che la nuova amministrazione si è insediata nel mese di giugno dello scorso anno e che prima di procedere con quanto previsto dall’atto «si è impegnata ad esaminare attentamente tutti gli atti adottati al fine di poter procedere serenamente nelle decisioni da adottare, non sottraendosi così facendo agli impegni assunti dalle precedenti amministrazioni e incontrando a tal fine a più riprese la parte privata resasi disponibile a tali incontri, manifestando pertanto l’intenzione di ottemperare agli impegni assunti ma nel contempo di tutelare e salvaguardare con responsabilità e al meglio l’interesse pubblico». Ma, come si è visto, per i privati troppo tempo è passato e si è arrivati alla diffida avverso la quale c’è oggi la contestazione e la resistenza del Comune.
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