Camionista ubriaco contromano in autostradail pm: l'autista resti in cella, potrebbe fuggire
Se fosse liberato potrebbe facilmente lasciare l’Italia
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TRIESTE Ha distrutto una giovane famiglia e deve restare in cella. Nell’udienza di convalida convocata per stamane, la Procura della Repubblica chiederà al giudice delle indagini preliminari Luigi Dainotti di applicare al camionista ucraino Volodymyr Babynets la custodia cautelare in carcere. Se fosse liberato potrebbe allontanarsi facilmente dal nostro Paese, sfuggendo al processo e a una severa condanna che appare inevitabile.
Guidava contromano, era più che ubriaco, ha ucciso due persone tra cui una bambina di nemmeno 18 mesi e altre quattro le ha ferite più o meno gravemente. Inoltre la sua guida sconsiderata e criminale ha provocato gravi danni ad almeno tre automobili, coinvolte incolpevolmente nello schianto avvenuto domenica sera sullo svincolo di Fernetti.
Ieri il pm Pietro Montrone, titolare dell’inchiesta sull’incidente, ha esaminato i rapporti della Polizia stradale, i referti del «118» e quelli del medico legale Fulvio Costantinides. Ha consultato numerose sentenze della Corte di Cassazione su analoghi incidenti mortali e ha messo a punto i dettagli della sua strategia per l’udienza di oggi.
Il difensore del camionista, l’avvocato Guido Primavera, chiederà di certo un’attenuazione delle misure cautelari, forse anche la liberazione del suo assistito. L’omicidio colposo lo consente, anzi quasi lo impone anche se molti cittadini invocano in queste ore ”pene esemplari” per quello che chiamano «l’assassino di Massimo Grisonich e di sua figlia Michela». In base all’attuale legge l’unica barriera per tenere Volodymyr Babynets in carcere, è costituita dal pericolo di una sua fuga dall’Italia. Non è una tesi campata in aria perché la pena prevista dalla normativa più recente prevede per l’omicidio colposo plurimo compiuto in stato di ebbrezza una pena che può arrivare a quindici anni di carcere.
Se l’udienza di oggi dovesse ratificare in un verso l’arresto e nell’altro applicare al camionista la detenzione in cella al Coroneo, il difensore potrà ricorrere al Tribunale del riesame che si riunirà necessariamente entro un paio di settimane. Se anche il riesame dicesse «no» resta sempre aperta la possibilità di un ricorso per Cassazione. In sintesi la battaglia legale è alle solo prime battute: di Volodymyr Babynets, si parlerà ancora. Poi necessariamente uscirà dal proscenio della cronaca, com’è accaduto e come accade a tanti altri protagonisti di fatti che infiammano l’opinione pubblica.
Ieri era stata avanzata anche l’idea di un processo per direttissima, ma questa scelta imporrebbe un «tour di force» alle famiglie coinvolte nella tragedia di domenica sera. I tempi ristretti della «direttissima» costringerebbero anche gli avvocati degli automobilisti che hanno subito solo danni alle loro vetture ad agire a spron battuto. Meglio attendere, seguire i ritmi usuali, delle vicende processuali.
Guidava contromano, era più che ubriaco, ha ucciso due persone tra cui una bambina di nemmeno 18 mesi e altre quattro le ha ferite più o meno gravemente. Inoltre la sua guida sconsiderata e criminale ha provocato gravi danni ad almeno tre automobili, coinvolte incolpevolmente nello schianto avvenuto domenica sera sullo svincolo di Fernetti.
Ieri il pm Pietro Montrone, titolare dell’inchiesta sull’incidente, ha esaminato i rapporti della Polizia stradale, i referti del «118» e quelli del medico legale Fulvio Costantinides. Ha consultato numerose sentenze della Corte di Cassazione su analoghi incidenti mortali e ha messo a punto i dettagli della sua strategia per l’udienza di oggi.
Il difensore del camionista, l’avvocato Guido Primavera, chiederà di certo un’attenuazione delle misure cautelari, forse anche la liberazione del suo assistito. L’omicidio colposo lo consente, anzi quasi lo impone anche se molti cittadini invocano in queste ore ”pene esemplari” per quello che chiamano «l’assassino di Massimo Grisonich e di sua figlia Michela». In base all’attuale legge l’unica barriera per tenere Volodymyr Babynets in carcere, è costituita dal pericolo di una sua fuga dall’Italia. Non è una tesi campata in aria perché la pena prevista dalla normativa più recente prevede per l’omicidio colposo plurimo compiuto in stato di ebbrezza una pena che può arrivare a quindici anni di carcere.
Se l’udienza di oggi dovesse ratificare in un verso l’arresto e nell’altro applicare al camionista la detenzione in cella al Coroneo, il difensore potrà ricorrere al Tribunale del riesame che si riunirà necessariamente entro un paio di settimane. Se anche il riesame dicesse «no» resta sempre aperta la possibilità di un ricorso per Cassazione. In sintesi la battaglia legale è alle solo prime battute: di Volodymyr Babynets, si parlerà ancora. Poi necessariamente uscirà dal proscenio della cronaca, com’è accaduto e come accade a tanti altri protagonisti di fatti che infiammano l’opinione pubblica.
Ieri era stata avanzata anche l’idea di un processo per direttissima, ma questa scelta imporrebbe un «tour di force» alle famiglie coinvolte nella tragedia di domenica sera. I tempi ristretti della «direttissima» costringerebbero anche gli avvocati degli automobilisti che hanno subito solo danni alle loro vetture ad agire a spron battuto. Meglio attendere, seguire i ritmi usuali, delle vicende processuali.
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